MANIFESTO

“A forza di non vederti riflesso in nessuno specchio ti chiedi se sei nel posto giusto, se esisti davvero”.
-Black is King-

 

SONO CAPELLI, MA NON SONO SOLO CAPELLI

Appartengo a una generazione che sin dall’infanzia non ha potuto rivedersi nei modelli mainstream proposti dall’ambiente in cui è nata e cresciuta.
In molti di noi la mancanza di rappresentazione e rappresentanza ha provocato l’interiorizzazione di un’assenza di spazi, di appartenenza, di esistenza.
È tempo di costruircelo da soli lo specchio, di rivendicare il nostro posto dando voce alla storia che la nostra immagine racconta.
Che si tratti del taglio degli occhi, della forma del corpo, di concentrazione e distribuzione di melanina, di texture del capello, ogni nostra peculiarità ha un’enorme carica identitaria in grado di smantellare il paradigma figlio di una visione parziale e relativa del gruppo sociale.
Quando vedo una bambina o un bambino illuminarsi di fronte a una foto o a un video e sento dire “Guarda, è come me!” ho la conferma che (ri)prendere in mano la propria narrazione e condividerla non è solo utile, ma culturalmente necessario per vivere nella piena consapevolezza di incarnare una possibilità di essere, anche agli occhi degli altri.
Una persona che inizia a vedersi e a non nascondersi più è una persona che entra nel mondo e se entra nel mondo lo cambia. Quindi ho deciso di diventare lo specchio di me stessa, mi sono guardata e nel vedermi ho iniziato a raccontarmi a partire dal mio afro e ho iniziato ad essere libera.
Ritengo che ognuno di noi sia responsabile del miglioramento e del peggioramento futuro di quello che è l’oggi e per le persone come me portare i propri capelli con orgoglio è un modo (rivoluzionario) di fare la propria parte.